La testa nel pallone
Il gioco del calcio
Il calcio è uno sport di squadra giocato con un pallone sferico su un campo di gioco rettangolare, con due porte.
È giocato da due squadre composte da 11 giocatori. Dieci di essi possono toccare il pallone solo con i piedi, il corpo e la testa; uno solo posto a difesa della porta (e perciò detto "portiere"), può toccare il pallone anche con mani e braccia, solamente se il pallone si trova in area di rigore. L'obiettivo del gioco è quello di segnare più punti (detti gol o reti) della squadra avversaria, facendo passare il pallone oltre la linea della porta avversaria. La durata di una partita è di 90 minuti, divisi in due tempi da 45 min ciascuno più un eventuale recupero.
Le partite di calcio sono giocate a livello amatoriale e professionistico. Nel calcio professionistico i calciatori sono undici e la correttezza del gioco è fatta osservare da un ufficiale di gara (l'arbitro) e dai suoi assistenti (guardalinee, giudici di porta e quarto uomo). È diventato lo sport più popolare al mondo (sia per il numero di persone che lo giocano, sia per il numero di spettatori) perché è basato su norme semplici, perché si gioca solo con un pallone senza altre attrezzature particolari e perché può essere adattato ai luoghi e alle situazioni più diverse.
La sua origine è antica, ma la versione moderna e codificata del calcio è nata in Inghilterra nel XIX secolo. Da allora il calcio si è diffuso prima in Europa poi in Sud America e quindi nel resto del mondo.
Rientra nelle discipline olimpiche dalla seconda edizione. La competizione calcistica più importante è la Coppa del Mondo FIFA, che si disputa ogni quattro anni sotto l'egida della Fédération Internationale de Football Association (FIFA), il massimo organismo calcistico mondiale. Si tratta dell'evento sportivo più seguito in assoluto.
Il calcio femminile
In Gran Bretagna i team di calcio femminile iniziarono a formarsi già negli ultimi due decenni del XIX secolo. Il primo incontro ufficiale di cui si ha notizia è del 1895. A dare una spinta alla presenza femminile nel mondo del pallone fu paradossalmente la Prima guerra mondiale: mentre gli uomini erano lontani, al fronte, le donne lavoravano in fabbrica e nelle pause o dopo il lavoro si ritrovavano e alcune di loro giocavano a calcio, formando squadre legate alle aziende.
È il caso della Dick, Kerr’s Ladies Football Club, équipe nata nel 1894 le cui giocatrici erano prevalentemente operaie della fabbrica di Preston, Lancashire, dove si producevano vagoni e locomotive in tempo di pace, munizioni in tempo di guerra.
A raccontare quanto il calcio femminile fosse un fenomeno agli inizi del XX secolo nel Regno Unito è la storia di Lily Parr, classe 1905, quarta di sette figli di una famiglia di operai. Dopo aver iniziato la sua carriera calcistica con le St Helen’s Ladies, la Dick, Kerr & Co. le offrì un lavoro per poterla avere in squadra. Giocare a calcio garantiva a Lily uno stipendio, alcuni benefit – era una fumatrice accanita e tra gli extra c’erano pacchetti di sigarette Woodbine – e le trasferte.
La Federazione Italiana Calcio Femminile, FIC, nasce soltanto nel 1968, anno del primo campionato nazionale, vinto dal Genova.
Tra gli anni Settanta e Ottanta la storia del calcio femminile italiano è un intrico di scismi e fusioni di sigle federali. Fino al 1986, quando il calcio femminile, che ancora oggi non ha un campionato professionistico, entra a far parte della FIGC, Federazione Italiana Giuoco Calcio. Il primo campionato del mondo femminile è stato invece disputato in Cina nel 1991, mentre il calcio femminile è arrivato alle Olimpiadi nel 1996, ad Atlanta. Dalle ragazze del Dick, Kerr’s Ladies Football Club a oggi indubbiamente è stata fatta tanta strada e questo sport attira sempre più appassionati sugli spalti degli stadi e sui campi di tutto il mondo. Tra gli ultimi esempi di questo successo la partita Juventus – Fiorentina del 23 marzo, trasmessa in diretta da Sky Sport Serie A e Sky Sport Uno, seguita da 342.628 spettatori medi, con il 2,68 per cento di share e 1.033.546 spettatori unici, con il tutto esaurito all’Allianz Stadium e 39mila biglietti (gratuiti) esauriti. Pochi giorni prima, 60,000 persone hanno riempito il Wanda Metropolitano per la partita tra i club femminili Atlético Madrid e Barcellona.
Cos’è il calcio per me:
MG: Il calcio è divertimento, uno spazio per sfogarsi e tante altre cose. Un modo per stare con gli altri, uno sport che unisce. A me piace per questi motivi e perché fa bene al corpo.
BI: Il calcio per me è una passione sana perché sviluppa fair play ( cioè un gioco che accomuna sentimenti positivi) tra i giocatori e i tifosi.
CD : Per me il calcio è uno stimolo. Mi piace tanto fare i tunnel, scartare l’ avversario e fare una magia di tacco. Adoro le giocate strane e sono un grande tifoso della Juventus. Stimo giocatori come Alex del Piero, Zidane, R .Baggio perché fanno le giocate che non fanno gli altri.
LM: Il calcio per me non è una passione in quanto non sono interessato a tale sport. Premetto che capisco la validità del gioco di squadra e delle relazioni amicali che da essa se ne ricava.
SP: da bambina m è sempre piaciuto vedere il calcio, giocavo a tirare calci al pallone con mio fratello e con i miei amici. Facevo anche la raccolta delle figurine e tifavo Inter.
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