Il 20 ottobre ricorre l’anniversario della morte di Mu ‘ammar Gheddafi, che è stato leader della Libia per 42 anni, dal 1969 al 2011.Insieme abbiamo discusso di due aspetti che legano la storia dell’Italia e della Libia: il colonialismo e l’immigrazione.

Colonialismo.

Durante il fascismo l’Italia ha colonizzato la Libia provocando molti morti. Perché i due paesi potessero riappacificarsi Gheddafi aspettava le scuse del nostro paese.

Immigrazione.

Per quanto riguarda il fenomeno dell’immigrazione, durante la dittatura di Gheddafi attraverso la Libia passava un flusso di migranti proveniente dall’Africa sub sahariana e diretto in Europa e nello specifico in Italia. Dopo la morte del dittatore questo flusso è notevolmente aumentato.

Le nostre riflessioni.

Erika: per la Libia sarebbe importante trovare un nuovo leader valido che aiuti il paese a gestire l’immigrazione.

Maurizio: se durante la dittatura di Gheddafi c’erano dei problemi, ora mi sembra che la situazione sia addirittura peggiorata: “si stava meglio quando si stava peggio”.

Ivo: secondo me in futuro per ridurre questa immigrazione corrente sarebbe bello che iniziassero a bonificare il deserto del Sahara, così avremmo opportunità di lavoro e di sopravvivenza per le popolazioni sub sahariane.

Claudio: la questione dei migranti può essere una miccia per i problemi dei paesi del vicino medio oriente.

La morte di Gheddafi.

Nel 2011 tutti i paesi del nord Africa si sono ribellati ai loro governanti chiedendo un cambio politico e più libertà. Anche in Libia si è verificato questo fenomeno. Senza l’intervento della Nato però Gheddafi non sarebbe stato spodestato così facilmente. Ci chiediamo perché in Libia è intervenuta la Nato, mentre non è stato così negli altri paesi coinvolti nella primavera araba e perché Gheddafi sia stato ucciso invece che processato.

Gheddafi: un dittatore scomodo.